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TIROIDITE E DONAZIONE DI SANGUE INTERO

 

La tiroidite di Hashimoto è un'infiammazione cronica della tiroide su base autoimmunitaria, caratterizzata da infiltrazione linfocitaria.

Al livello di sintomatologia si nota un ingrandimento asintomatico della tiroide (tipo gozzo) e la comparsa di sintomi di ipotiroidismo. La diagnosi implica elevati titoli di anticorpi antiperossidasi tiroidea.

La tiroidite di Hashimoto rappresenta una delle più diffuse patologie tiroidee e la principale causa di ipotiroidismo primario in Italia: tra 5 e 15% della popolazione femminile e tra 1 e 5 % della popolazione maschile sono affetti di tiroidite. La probabilità aumenta con l'età e la familiarità. La maggior parte dei pazienti richiede una terapia ormonale sostitutiva per tutta la vita, tipicamente L-tiroxina (levo-tirossina), con un dosaggio ad adattare durante la vita.

La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune in cui l’organismo forma degli anticorpi  contro la tiroide. Si caratterizza quindi dalla presenza in circolo di auto-anticorpi tiroidei: gli AbTPO e AbTg.

Questi anticorpi sono contenuti nella parte liquida del sangue, cioè il plasma, e potenzialmente, rischiano di finire in ogni sacca di sangue che viene prelevata a un donatore.

Nel passatpo il pericolo per il paziente ricevente la trasfusione è l’effetto di questi anticorpi tiroidei sulla sua tiroide.

Però in 2015 il nuovo decreto sulla donazione di sangue ha portato come novità la possibilità di diventare donatore per chi è affetto dalla tiroide di Hashimoto.

In effetti con il miglioramento delle tecniche di lavorazione del sangue (filtrazione e centrifugazione...) e l'uso quasi solo industriale del plasma il processo di trattamento e di filtrazione del sangue elimina quasi del tutto gli potenziali anticorpi e il rischio legato.

Quindi il donatore e più probabilmente la donatrice affetta di tiroidite di Hashimoto (ipotiroidismo primario) che sono seguiti e hanno una tiroidite regolarmente controllata con terapia possono essere donatori di sangue intero. Non c’è nessun bisogno di sospendere la terapia il giorno della donazione.

A cura del Responsabile Udr di Avis Comunale Roma