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GIORNATA DELLA CONSAPEVOLEZZA SUL LINFOM: I NUMERI DEL NOSTRO PAESE

Il 15 settembre è la data finalizzata a promuovere la conoscenza di queste forme neoplastiche del sistema immunitario. Dai soggetti più colpiti alle nuove strategie terapeutiche, ecco qual è la situazione

 

Sostenere la ricerca e contribuire a individuare nuove strategie terapeutiche a vantaggio di tanti pazienti. Come ogni anno, il 15 settembre ricorre la Giornata della consapevolezza sul linfoma, una delle forme più diffuse di tumori del sangue insieme alle leucemie e al mieloma.

Si tratta di condizioni che originano dalle mutazioni della cellula staminale emopoietica e che, in base ai dati contenuti nell’ultimo rapporto di AIOM“I numeri del cancro in Italia”, grazie ai progressi compiuti negli studi scientifici, hanno provocato un numero inferiore di decessi, sia per gli uomini che per le donne, nel corso dell’ultimo anno.

I linfomi vengono distinti in due tipologie: linfomi di Hodgkin e linfomi non Hodgkin. Capiamo insieme quali sono le differenze.

 

Linfomi di Hodgkin

Sono tumori del sistema immunitario caratterizzati da un primo picco di incidenza intorno ai 30 anni e da un secondo verso i 70. Rappresentano la neoplasia più frequente nella fascia di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Complessivamente il tasso di incidenza nei Paesi industrializzati, tra cui l’Italia, si attesta a 3-4 casi per 100.000 abitanti per anno, con un lieve eccesso di casi nei soggetti di sesso maschile. La malattia si presenta generalmente con l’ingrossamento dei linfonodi del collo e del torace, ma in circa la metà dei casi lo stadio è avanzato con il possibile coinvolgimento di organi extranodali come il polmone, la milza e lo scheletro.

 

Incidenza: Nel 2022, sono state stimate circa 2.170 nuove diagnosi (uomini =1.220; donne = 970). Le stime per il 2023 non sono disponibili.

Mortalità: Nel 2022, sono stimati 420 decessi (uomini = 250; donne = 170). Le stime per il 2023 non sono disponibili.

Sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi: 85% negli uomini e 87% nelle donne

Probabilità di vivere ulteriori 4 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi: 91% negli uomini e 92% nelle donne.

Prevalenza: Sono 67.000 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di linfoma di Hodgkin (uomini = 38.000; donne = 29.000).

 

Il linfoma di Hodgkin (LH) costituisce uno dei maggiori successi dell’oncologia moderna come documentato dall’ottima sopravvivenza a 5 anni pari a circa il 90%. L’elevata curabilità si riflette nell’alta prevalenza pari a oltre 70.000 soggetti viventi con pregressa diagnosi di LH, dato destinato ad aumentare in maniera costante nel tempo. Per la maggior parte dei pazienti con linfoma di Hodgkin che guariscono con una prima linea di terapia convenzionale, il principale obbiettivo è oggi quello di personalizzare con precisione la cura per evitare effetti tardivi e limitare ulteriormente l’impatto della diagnosi sull’attesa di vita e sulla qualità di vita del paziente stesso. Ulteriori miglioramenti del trattamento del LH sono ancora possibili e riguardano l’incremento dell’efficacia delle terapie dei soggetti anziani, per i quali la sopravvivenza a 5 anni si attesta attorno al 50%, e la personalizzazione delle terapie dei pazienti più giovani, per i quali è ancora necessario lavorare per ridurre la morbilità e la mortalità indotta dai trattamenti antitumorali.

 

Linfomi non Hodgkin

Rappresentano un gruppo eterogeneo di neoplasie del sistema immunitario che originano dai linfociti di tipo B o T. Con poche eccezioni i linfomi non Hodgkin (LNH) coinvolgono prevalentemente soggetti di età medio avanzata, colpendo in egual misura uomini e donne. Dopo una fase di incremento significativo di incidenza registrato negli anni ’90, il numero di nuovi casi si è stabilizzato nel tempo a valori di poco inferiori ai 20 casi su 100.000 abitanti. I LNH sono tra i 10 tumori più frequenti in Italia e costituiscono circa il 3% circa di tutte le neoplasie. L’analisi della mortalità mostra invece una significativa riduzione dei tassi standardizzati a partire dai primi anni 2000.

 

Incidenza: Nel 2023, sono state stimate circa 14.400 nuove diagnosi (uomini = 8.100; donne = 6.300)

Mortalità: Nel 2022, sono stimati 5.800 decessi (uomini = 3.300; donne = 2.500). Le stime per il 2023 non sono disponibili.

Sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi: 67% negli uomini e 70% nelle donne.

Probabilità di vivere ulteriori 4 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi: 83% negli uomini e 85% nelle donne.

Prevalenza: Sono 156.400 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di linfoma non-Hodgkin (uomini = 82.800; donne = 73.600).

 

Le principali novità sui LNH riguardano gli aspetti terapeutici. Grazie ai buoni risultati degli studi clinici la terapia di alcuni linfomi come la leucemia linfatica cronica è stata rivoluzionata relegando l’indicazione per i trattamenti chemioterapici a piccoli gruppi di pazienti e confermando l’efficacia di trattamenti non chemioterapici per la maggior parte delle persone e delle condizioni cliniche. Ulteriore novità che è già diventata una realtà terapeutica anche in Italia è rappresentata dall’utilizzo delle terapie cellulari e in particolare dei trattamenti con linfociti T ingegnerizzati (CART).