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IL PROGRESSO DELLE SCIENZE DI PAOLO VERONESI

Il MIO APPELLO PER DONARE IL SANGUE 

 

Come ogni estate da che ricordi, ritorna la preoccupazione per la carenza di sangue e plasma. Vacanze, calura e distrazione interrompono o rallentano i l flusso di donazioni ai centri trasfusionali, che talvolta riducono le attività. In questi anni, poi, ci si è messa anche la pandemia, che ha tenuto le persone lontane da ospedali e ambulatori, e ha messo in difficoltà il personale sanitario. Nonostante da tempo i servizi di raccolta sangue siano rientrati a pieno regime, gli operatori del settore temono che quest'estate i problemi di carenza di sangue possano essere più seri e presentarsi in anticipo. In tutto il 2021 , dicono al Centro Nazionale Sangue, il numero di donatori non è ancora tornato in pari rispetto al periodo pre - Covid, il che non è una bella notizia, soprattutto se consideriamo che questo dato è in calo leggero, ma costante, da circa un decennio. Una delle spiegazioni è che l'esercito di donatori regolari (oltre 1,6 milioni di persone in Italia) sta invecchiando e il ricambio generazionale stenta a tenere il passo. Ma perché preoccuparsi tanto ? A cosa servono quelle sacche rosse o gialline ? Il sangue, in tutte le sue componenti , e il plasma  sono preziosissimi per garantire la continuità delle cure a chi è portatore di patologie serie, a chi si ammala, a chi subisce un incidente. Tutto, del nostro sangue, serve: i globuli rossi per trattare anemie di vario tipo, le piastrine per le emorragie; il plasma serve a produrre dei farmaci potenzialmente salvavita, chiamati appunto plasmaderivati, come l'albumina, le immunoglobuline o i fattori della coagulazione. Detto altrimenti, senza un adeguato e costante apporto di sacche di sangue e plasma sarebbe molto più complicato condurre in sicurezza interventi chirurgici impegnativi, come trapianti, protesi o rimozione di alcuni tipi di tumore; per non parlare della chirurgia d'emergenza . Sarebbe difficile curare le anemie croniche come quelle causate dalla talassemia o dalle  insufficienze midollari. Faticheremmo a dare assistenza alle persone affette da emofilia o da una delle tante malattie rare congenite, a chi soffre per immunodeficienze o malattie autoimmuni; non potremmo applicare terapie utili a dare sollievo ad alcune forme di neuropatia grave. Per tutte queste persone, fortunatamente, finora l'Italia è stata in grado di mantenere l'autosufficienza e di coprire il fabbisogno di globuli rossi. Ma per i plasmaderivati no, siamo costretti a bussare ad altri Paesi forti produttori. Il che non rappresenta soltanto un costo importante (oltre 117 milioni di euro l'anno scorso spesi dal Servizio sanitario nazionale per le immunoglobuline ) ma anche un tallone d'Achille che ci espone alle variabili del mercato e degli equilibri internazionali. Ecco perché ha senso ricordarsi dei centri trasfusionali, anche d'estate. Se il comparto sanitario deve impegnarsi per garantire un servizio efficiente tutto l'anno, ogni donna e uomo maggiorenne dovrebbe informarsi e valutare l'opportunità di diventare donatore . La donazione (volontaria, periodica, gratuita, responsabile) è una scelta intelligente e solidale per liberare le risorse importanti che ci scorrono nelle vene.