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L'IMPEGNO DI AVIS IN EUROPA PER LA GRATUITA' DEL DONO

 

La proposta di nuovo regolamento in materia di donazione di sangue, tessuti e cellule, dopo l’ok della Commissione, è ora al vaglio del Parlamento e del Consiglio europeo. La nostra referente per le Politiche internazionali, Alice Simonetti: «L’obiettivo è rafforzare la consapevolezza anche all’estero del ruolo strategico delle associazioni di volontariato»

 

Un cauto passo in avanti verso la tutela del dono gratuito e non remunerato anche in Europa. È ciò che ha rappresentato l’ok, da parte della Commissione europea la scorsa estate, alla nuova proposta di regolamento in materia di donazione di sangue, tessuti e cellule. Un documento che va ad aggiornare le direttive addirittura del 2002/2004 e che ha visto la stessa AVIS, insieme ad altre organizzazioni di volontariato, avere un ruolo prezioso in fase di consultazione.

 

Alice Simonetti 

 

 

 

 

 

 Alice Simonetti

Quella che ad oggi è sicuramente una buona notizia, è però solo il primo step di un percorso che per completarsi ha bisogno dell’approvazione definitiva anche del Parlamento e del Consiglio europeo. Come ha spiegato la componente dell’Esecutivo Nazionale di AVIS con delega alle Politiche internazionali, Alice Simonetti, «c’è sicuramente un rafforzamento del valore della donazione anonima, gratuita e non remunerata. In particolare, possiamo dire che adesso questo parametro rientra tra i requisiti che ogni centro di raccolta dovrà rispettare e per i quali verrà giudicato». Tuttavia, il testo doveva comunque venire incontro alle sollecitazioni di quei Paesi che hanno un sistema diverso rispetto all’Italia, in primis per la raccolta di plasma. Parliamo principalmente di GermaniaAustriaRepubblica Ceca e Ungheria che basano la propria attività trasfusionale su un’organizzazione ibrida: donazione gratuita per il sangue intero, remunerata per quanto riguarda il plasma.

 

«La soluzione che la Commissione ha trovato è che il valore centrale è la gratuità del dono – prosegue Simonetti – Possono essere ammesse forme di rimborso/compensazione da parte dei Paesi che percorrono già questa strada, purché tali forme non generino guadagno per i donatori. Questo significa che occorrerà attenersi al principio della neutralità finanziaria, secondo cui la persona che dona non dovrà poi trovarsi in una condizione economica migliore rispetto a prima».

 

Ed è importante che il testo, ora al vaglio del Parlamento, sia stato affidato all’eurodeputata francese On. Nathalie Colin-Oesterlé (PPE, FR), visto che il Paese transalpino ha un sistema analogo al nostro sia sotto il profilo organizzativo che associativo. Un ruolo prezioso quello ricoperto da AVIS insieme a FIODS che, già lo scorso 25 gennaio, aveva permesso di partecipare alle iniziative per l’analisi del testo «presentando la posizione delle associazioni di volontariato e ribadendo i principi cari a ciascuna. Come Italia – spiega – abbiamo avviato da tempo contatti con i nostri rappresentanti a Bruxelles affinché venga prestata attenzione alla tutela del profilo valoriale e organizzativo delle associazioni. Il contributo che il nostro Paese e AVIS possono dare in tal senso è che non occorre remunerare i donatori per garantire un sistema solido ed efficiente. Per questo è importante, insieme ai rappresentanti politici e i colleghi delle altre organizzazioni, far capire il ruolo che le associazioni possono giocare in tal senso: a livello europeo questa consapevolezza manca».

 

EBA

 

 

 

 

 Uno degli ultimi incontri a Bruxelles

Ma quindi quale strada va percorsa per far recepire questi principi? «Esistono tante realtà che, come l’Italia, agiscono sul principio della gratuità del dono. Va però riconosciuto come non tutte possano contare su un sistema associativo come il nostro: vanno perciò affiancate lungo un percorso di condivisione di esperienze e capacità gestionali». Percorso che è già stato avviato.

 

Dopo il webinar dello scorso dicembre che aveva posto a confronto il nostro sistema trasfusionale con quello argentino, da maggio verranno avviati percorsi di formazione a distanza con i Paesi dell’America Latina, con moduli che possono chiaramente poi essere messi a disposizione anche delle organizzazioni dei Paesi europei: «L’obiettivo di AVIS e FIODS, infatti, è quello di supportare i volontari locali condividendo con loro le nostre competenze, dalla comunicazione fino al rapporto e al coinvolgimento dei donatori».

 

E anche a livello di Italia ed Europa i programmi non si esauriscono qui. Oltre alla condivisione di quanto spiegato in occasione dell89ª Assemblea Generale di AVIS, «stiamo cercando di capire come valorizzare questo tema anche in vista della prossima Giornata mondiale del donatore: l’idea – conclude Simonetti – sarebbe anche quella di concorrere all’istituzione, proposta con il nuovo Regolamento in discussione, di una Giornata europea della donazione di sangue, tessuti e cellule. Torneremo poi presto a Bruxelles non solo per nuovi incontri sugli emendamenti presentati, ma anche per realizzare un’iniziativa ad hoc che accenda le luci sulla necessità di accrescere il coinvolgimento della società civile e la cultura del dono».