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DONNE E DONAZIONE, COSA C'E' DA SAPERE

 

Dalla quantità di sangue ai requisiti per iniziare a donare, passando per la raccolta plasma fino a quello che succede quando si entra in menopausa. 

 

(In collaborazione con il dott. Tiziano Gamba del Comitato Medico Nazionale di AVIS e il dott. Giovanni Garozzo, specialista in ematologia generale, clinica e laboratorio)

 

Essere in salute è requisito indispensabile per poter donare. E, ovviamente, come gli uomini riguarda anche le donne, che si trovino in età fertile o meno. Dalla quantità di sangue intero o di plasma, fino al numero di raccolte che è possibile effettuare nel corso di un anno, nella nuova puntata della rubrica #DonatorInformati proviamo a rispondere alle domande più frequenti sul tema donne e donazione.

Quante volte può donare il sangue una donna?

Una donna può donare il sangue intero due volte all’anno se è in età fertile. Dal momento in cui entra in menopausa, a prescindere dall’età in cui questo avviene, può donare quattro volte all’anno come gli uomini, così come definito dal decreto del 2 novembre 2015, allegato IV. La stessa indicazione vale anche per la donazione di multicomponent (eritroplasmaaferesi e eritropiastrinoaferesi) in cui sia previsto il prelievo di globuli rossi, ciò al fine di garantire la protezione dei donatori.

 

Quindi è possibile donare il sangue anche in menopausa?

Certamente. La menopausa non è una malattia, ma uno stato fisiologico che non compromette assolutamente la possibilità di donare, anzi con la menopausa viene meno la limitazione delle due volte l’anno.

 

Perché le donne in menopausa donano di più?

Nelle donne in menopausa, le perdite di ferro legate al ciclo mestruale non si aggiungono alle perdite di ferro legate alla donazione di sangue intero e pertanto, sempre per il principio della massima protezione, possono essere effettuate fino a quattro donazioni di sangue intero all’anno.

 

Per una donna è meglio donare sangue o plasma?

Dipende: se una donna è in salute e i suoi valori di ferritina e di emoglobina sono ottimali, può donare sia sangue intero che plasma che piastrine. Tuttavia, se invece vi è una riduzione della ferritina, cosa che si può verificare soprattutto in età fertile, questo comporta limitazioni alla donazione di globuli rossi. Il perché è semplice. I globuli rossi contengono emoglobina che a sua volta contiene il ferro: donando globuli rossi può determinarsi una anemia cosiddetta ferro-carenziale ovvero sideropenica, cioè da ridotta disponibilità di ferro. La donazione di plasma o di piastrine con le procedure di plasmaferesi non ha questa controindicazione perché è una procedura che non prevede la donazione dei globuli rossi (che vengono “restituiti” al donatore) e che è possibile effettuare anche se si ha un valore di emoglobina di un punto più basso rispetto alla media: 13,5 per gli uomini e 12,5 per le donne in età fertile. Il donatore, infatti, può essere considerato idoneo alla donazione di plasma con valori di Hb non inferiori a 11,5 g/dL nella donna e a 12,5 g/dL nell'uomo (decreto 2 novembre 2015, allegato IV: Accertamento dei requisiti fisici del donatore ed esami obbligatori ad ogni donazione e controlli periodici).

 

Quanto sangue e plasma può donare una donna?

Una donna ogni volta può donare una sacca da 450 ml per il sangue intero e da 600-700 ml per il plasma.

 

Quali requisiti deve avere una donna per donare?

Le caratteristiche per la donazione non cambiano tra uomini e donne: per donare sangue e plasma occorre avere un’età compresa tra 18 e 65 anni, un peso non inferiore a 50 Kg, una pressione arteriosa massima inferiore o uguale a 180 mm di mercurio, una pressione arteriosa minima inferiore o uguale a 100 mm di mercurio, una frequenza cardiaca regolare e compresa tra 50 e 100 battiti/minuto, valori di emoglobina superiore a 13,5 g/dL nell’uomo e a 12,5 g/dL nella donna (decreto 2 novembre 2015, allegato IV).

 

LEGGI la puntata su "Donazione e nutrizione"

 

LEGGI la puntata su "Donazione e ciclo mestruale"

 

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N.B.: questi pareri, a meno che non sia indicata la specifica normativa di riferimento, non hanno valenza di consulto medico e non possono sostituire il colloquio, la visita e la valutazione medica dei donatori